ChatGPT: tra regolamentazione e plugin

Le novitĂ  di ChatGPT e la richiesta di regole da Sam Altman

By Max
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Ci sono grandi novità introdotte in ChatGPT: per gli utilizzatori del servizio “Plus”, infatti, è ora possibile selezionare delle funzionalità (in versione beta) che consentono di far accedere il sistema alle pagine internet e sono stati inseriti anche dei plugins specifici che possono essere attività.

Per attivare queste funzionalità bisogna prima andare sulle “Impostazioni” nella sezione “Beta Features” e selezionare “Web browsing” e “Plugins”.

 A questo punto selezionate in alto a sinistra “+ New Chat” e nella finestra di dialogo in alto avrete la possibilità di scegliere tra GPT-3.5 e GPT-4.

Spostando il mouse su “GPT-4” comparirà un menu del tipo di quello in figura in cui dovrete scegliere se attivare la modalità “browsing” o se spostarvi sulla pagina dei plugin per decidere quale utilizzare.

Mentre è intuitivo comprendere cosa succede con la modalità “browsing” una volta selezionata quella “plugins” dovrete continuare nel “Plugin store” che vi farà apparire una finestra “popup” con una serie di plugin che potrete decidere di installare.

Per vederli tutti selezionate “All” così da poter scegliere quelli che più fanno per voi.

Mentre il sito di OpenAI ne cita solo alcuni in realtà ne sono disponibili svariati (più di 130) utili per poter leggere documenti e link (Link Reader), avere quotazioni di criptovalute (Coincap), chiedere ricette e fare direttamente la spesa degli ingredienti (Instacart), pianificare viaggi (Expedia), cercare paper pubblicati su arXiv (Xpapers), cercare e comparare i prezzi di prodotti (Klarna Shopping)  e varie altre attività.

Magari inserendo la possibilità di ricercarli per nome e categorizzarli direttamente nella finestre di pop-up potrebbe essere una buona idea da suggerire ad OpenAI per facilitarne l’uso.

Sicuramente la lista è destinata ad espandersi, e questa rapida integrazione dimostra quanto le cose vadano veloci nel settore dei modelli generativi.

Sam Altman chiede regole

Nel corso di un’audizione che si è tenuta in questi giorni al Congresso il CEO di OpenAI ha chiaramente chiesto di introdurre una regolamentazione del settore (potete trovare un breve resoconto nella newsletter @guerre di rete  di @carola frediani.

Come giustamente osservato dalla giornalista è forse la prima volta che un imprenditore tecnologico ed emergente chiede un intervento normativo di regolamentazione, con due specifiche proposte: 1) creare un’Agenzia che conceda delle licenze, quindi delle autorizzazioni, per i modelli di grandi dimensioni; 2) introdurre standard di sicurezza che devono essere rispettati relativamente ad alcune possibili funzionalità (come quella di auto-replicarsi).

L’approccio proposto è abbastanza distante da quello scelto dall’Unione Europea con la proposta di AI Act: mentre l’Europa basa la valutazione di rischio sui possibili utilizzi che possono essere fatti di un sistema di intelligenza artificiale, il CEO di OpenAI si concentra più sulle caratteristiche tecnologiche del modello (ampiezza e funzionalità) che, quindi, potrebbero a suo parere presentare dei rischi intrinseci, indipendentemente dal loro uso.

Tutto ciò mentre cominciano a farsi strada anche le discussioni sulla necessità se i grandi modelli linguistici (ma non solo) debbano essere aperti o chiusi, ossia se è necessario proseguire su una maggior diffusione dei modelli open source ed accessibili (come LLaMA di Facebook, ma anche i modelli di Huggin Face ed il recentissimo OpenChatKit, alternativa open source a ChatGPT con capacità equiparabili allo stesso) o se avranno comunque successo quelli come GPT, basati sulle API.

Sicuramente la “mossa” di Altman potrebbe proprio essere calcolata proprio per impedire una rapida diffusione di modelli alternativi a GPT in formato opensource (a chi sarebbe concessa la licenza? chi sarebbe il destinatario degli obblighi di rispetto degli standard), ma d’altra parte il modello di creazione del software open source ha già dimostrato di presentare molti vantaggi per la diffusione e sicurezza dell’innovazione.

La conclusione è che siamo ancora agli inizi e sicuramente il dibattito si farà sempre più acceso man mano che le tecnologie di AI si svilupperanno: l’importante comunque è non rimanere indifferenti anche agli altri problemi che essi portano con loro – che negli USA ancora non sembrano ancora entrati sul tavolo della discussione – per non dover poi ritrovarci a constatare che noi, in tutto ciò, restammo a guardare!

👋🏻 Happy Prompting!

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